mercoledì 22 ottobre 2008

L'articolo è uscito, in effetti...

...e ringrazio Il Resto del Carlino che si è dimostrato sensibile all'argomento.
Ho chietso di pubblicare uno dei miei numeri di telefono, così chi avesse visto investire Licci può chiamarmi.
Sono arrivati tanti, tanti sms di solidarietà, per fortuna in molti amiamo gli animali e li consideriamo alla pari degli esseri umani.
Ma sono rimasta basita da quanti ci abbiano 'provato' con la scusa di volermi consolare. Va bene che una donna in un momento di debolezza si dice sia una preda più facile, ma proprio non mi pare il caso di cercare di approfittare di una situazione come questa. Fottetevi, ragazzi miei. Visto che siete 'così' sensibili, potete pure arrangiarvi da soli, mi pare.
Sono stata diverse volte protagonista di qualche articolo di giornale, per diverse ragioni, in primis il romanzo. Ma certo questo è un pezzo che non avrei mai voluto leggere. Mai, mai, mai.
Mi manca tanto mio padre, mi manca tanto la mia Licci. Sono proprio a terra.

5 commenti:

Alessandra ha detto...

qui in olanda c'è l'ambulanza per animali che gira di continuo e cartelli segnaletici con numeri da chiamare nel caso si trovi un animale ferito. Io vivo in un piccolo paese dove le macchine vanno a trenta all'ora ma c'è un numero altissimo di gatti che viene investito e non riesco a capire perché. A me ne hanno uccisi due, alla mia vicina tre, ad altri di più. Ma stavolta ho chiuso, non ne riprendo un altro. L'ultimo che mi è morto era sopravvissuto quest'estate a una caduta dal settimo piano a roma e a una settimana senza cibo nè acqua prima che lo trovassimo...
ti capisco bene, so cosa significa.

Anna Marani ha detto...

Grazie, Alessandra.
Il punto è che nemmeno nel civilissimo paese in cui vivi ci si salva dall'abbrutimento generale della società moderna. Non esiste più un valore al mondo a parte quello del denaro, e in Italia credo sia impensabile un'ambulanza per gli animali: già quelle per gli umani sono capaci di arrivare oltre ezz'ora dopo un incidente, con le conseguenze che si possono immaginare.
A volte sento che la mia sofferenza - e quella di chi in un certo modo mi somiglia - nei confronti di certe cose che succedono sia un privilegio, e credo che tu ne sappia qualcosa. Un privilegio molto costoso, ma meglio così che senza cuore.
Nemmeno io prenderò più un gatto. Ne ho altri due e un cane, ma il prossimo animale che verrà a vivere con me dovrà essere abbastanza grosso da non passare attraverso la staccionata del giardino.
Un abbraccio, grazie ancora.

Anonimo ha detto...

Quattro anni e mezzo fa ho dovuto liberare dalla sofferenza il mio adorato Matteo, dopo diciassette anni e mezzo di convivenza. Ho preso poi Anselmo, un delizioso angioletto, senza sapere che era gravemente malato, ed è morto dopo tre mesi.
Dicono sono solo gatti, ma quello che ho sofferto lo so solo io.
Un abbraccio
Elena la tua nuova amica su Facebook.

Anna Marani ha detto...

Grazie per la tua esperienza, è dolorosa e lo so, ma è necessario che chi ancora non capisce sappia che il dolore è dolore.
Un sentimento che si comporta come l'amore: non distingue tra esseri umani e animali.
L'amore e il dolore sono sentimenti troppo raffinati per fare distinzioni di specie.
Non comprendere che cosa significhi equivale a non poter provare né l'uno né l'altro e quindi essere incompleti.
A distanza di cinque mesi, tutto quello che posso dire è che un gatto manca al cuore di una persona semplicemente come un grande amico.
Ti abbraccio anch'io.

Anna Marani ha detto...

Questi ultimi due commenti sono solo miei (Anna), ma non riuscivo a far accettare a blogger la vecchia password... =_= Comunque credo che Elena sarebbe d'accordo...